Oggi Polpetta aveva la sua seconda lezione di nuoto... beh, diciamo pure di acquaticità, visto che di nuotare non se ne parla a sei mesi. O almeno così credevo, pensavo che fosse troppo presto, ma mi sbagliavo: una ventina di pargoletti sguazzavano felici in acqua, aiutati dai genitori, alla ricerca di palline e giochini. Tutti, tranne Polpetta, che comoda sulle mie braccia, preferiva concentrarsi sui giochini gommosi tenendoli stretti, senza avere il minimo interesse a muovere gambe e braccia, o a schizzare acqua (cosa che invece adora fare a casa, bagnando tutto il parquet).
Dopo averla appoggiata in un salvagente giallo più grande di lei, è riuscita a bere un po' d'acqua di piscina (...) ma non per questo ha voluto provare a muoversi. Rigida come un legnetto, continuava a guardare la sua stellina trasparente e a tentare di mangiarla.
Alla fine della lezione arriva il momento tanto temuto: il tuffo.
L'istruttrice, con un sorriso ingannevole, la prende e le chiede: "Dov'è mamma? Dov'è??" e Polpetta, pensando che forse la poverina non ci vedeva tanto bene, mi guarda e ride.
L'istruttrice ancora sorride, ancora le chiede dove mi trovo e all'improvviso la alza verso l'alto e la fa finire a testa in giù sott'acqua. Ovviamente Polpetta esce subito, facendo labbrucce e iniziando un piccolo pianto.
La prendo in braccio e le canto la canzone dell'orso Yoghi, Polpetta si ricorda che c'è molto di peggio di un tuffo in acqua, come ad esempio Ranger Smith, e si consola un po'.
La prima lezione era stata divertente, la seconda meno.
Chissà se ce ne sarà una terza.

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